In una famiglia omogenitoriale, avere figli equivale ad essere delle brutte persone.
Ieri giravo con mio marito, nel passeggino c era nostro figlio Ivan, siamo andati in america per poter coronare il nostro sogno di avere un figlio, abbiamo attraversato il mondo per riuscire a vivere la vita che volevamo.
Una signora ci ha sbarrato la strada e, con gli occhi pieni di odio e di rabbia ci ha detto “vi dovreste vergognare”.
Due uomini, un bambino e tanto odio.
La signora era furente, come se avessimo fatto a lei direttamente qualcosa, come se la sua rabbia dipendesse direttamente dalla nostra felicità.
“Ma non pensate a come crescerà, a quando chiederà perchè non ha una mamma, a cosa diranno gli altri”.
Questo è il problema.
Cosa diranno gli altri.
Questo ci interessa veramente.
A Ivan diremo che i papà si amavano e dal loro amore, grazie ad una mamma (che esiste e che sentiamo sempre) è nato lui.
E a chi chiede perchè non adottate, che ci sono tanti bambini che cercano casa, la risposta è: “pare facile”.
In Italia per una coppia gay adottare un figlio è facile come cammianare sulle acque.
Perchè fa così paura la felicità degli altri.
Non sappiamo come crescerà nostro figlio, sappiamo solo che avrà tutto l amore che possiamo donare, senza barriere, senza freni, senza pregiudizi.
La vera domanda è: avete così paura della felicità degli altri
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