Ci penso io a dargli il latte

l ritorno a casa è stato diverso da come me lo aspettavo, uscire in due e tornare in tre pensavo potesse essere il completamento della nostra famiglia, invece è stato tutto un pianto, un rigurgito, un non sapere dove sono le cose e come muoversi in una casa che tutto sembrava tranne che la nostra.
Poi è successa la magia.
Cambiare nostro figlio è diventata routine: apri il pannolino, aspetti prima di toglierlo perchè sicuramente farà di nuovo pipì, pulisci, asciughi, alzi le gambine, cambi il pannolino, chiudi le alette.
E dopo qualche notte passata insonne insieme, ti ho detto: se vuoi ci penso io ad allattarlo, mi metto il biberon in fresco.
Fino a quel momento hai sempre voluto allattare tu, non mi hai fatto avvicinare a questo momento sacro tra voi.
Il biberon no, si fa con il seno, così si è sempre fatto.
All’inizio mi hai detto no, mi hai detto che non c’era problema e che volevi allattarlo tu, ma il tuo viso e anche il tuo seno dolorante, mi ha fatto insistere.
Hai ceduto, più per stanchezza che per convinzione.
Mille raccomandazioni, non per sfiducia, ma per preoccupazione della novità.
E quando alle tre di notte si è svegliato con la foga di un orso che si desta dal letargo, sono scattato in cucina, ho preso il tuo latte che ti eri tirata, l’ho scaldato quel tanto che bastava a non far venire il mal di pancia al piccolo, l’ho preso in braccio e ho appoggiato il biberon sulle sue labbra.
All’inizio ha sentito la differenza, il tuo seno in confronto ad un pezzo di plastica…
Poi però ha iniziato a tirare e si è finito tutta la razione notturna.
Lo so, è stupido, non ho fatto niente di speciale, ma mi sono emozionato lo stesso, mi sono sentito forte, mi sono sentito pieno.
I suoi occhi che mi cercavano, le manine appoggiate sul biberon, le sue labbra che si muovevano in un gesto naturale e semplice.
Vita.
E mi sento un idiota a pensare a quanto ho pianto quella notte, dopo avergli fatto fare il ruttino, dopo averlo poggiato sul lettino e averlo guardato dormire serenamente.
Quando ti sei svegliata mi hai trovato così, che pensavo e riflettevo, sei venuta di corsa pensando ci fosse un problema.
Ti ho sorriso, era tutto tranquillo, ma i miei pensieri andavano alle tue parole.
“Si è sempre fatto così.”
Sembrava più un dictat sociale che una volontà reale, sei arrivata a farti venire dei tagli al seno per allattare, ti faceva male ma “tutte le donne lo fanno”, come se fossi “meno donna” senza allattare.
È un argomento delicato, difficile, perchè non sono una donna e perchè non so cosa voglia dire, ma capisco il punto della pressione sociale e capisco che non sia facile per niente andare contro la propria famiglia (ci metto in mezzo anche mia madre) e le altre donne.
Sappi solo una cosa: qualunque tua decisione, qualsiasi cosa vorrai fare, io sarò sempre qui con te e per me non sarai mai “meno” donna, sarai sempre la madre di mio figlio, l’amore della mia vita e la donna che voglio accanto per tutto il resto della vita.
Non giudicherò nulla di quello che vorrai fare, non ti guarderò diversamente da quello che faccio già, non penserò altro se non al fatto che ti amo.
E stanotte, il latte al piccolo, lo do’ di nuovo io.
By |2022-01-16T08:47:30+01:00Gennaio 16th, 2022|Blog|0 Commenti

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