5 cose che non credevo di fare prima di diventare papà

Prima di diventare papà avevo delle salde convinzioni, ero sicuro che non sarei mai stato un “padre così”.

Ero certo che non sarei caduto nei clichè classici, che non avrei seguito la massa ma soprattutto che non mi sarei fatto piegare da un esserino di 50 cm.

Poi sono diventato veramente papà.

Ecco le 5 cose convinzioni che sono crollate dopo la paternità.

1 – Io a mio figlio non darò mai il tablet/cellulare per distrarlo.

Prima di avere un figlio guardavo i genitori che giravano con un’aria da zombie e i bambini nel passeggino con il cellulare in mano. “Ma guardali” mi dicevo “E’ mai possibile che si debba essere schiavi della tecnologia così piccoli? Che ci vuole a intrattenere un bambino”.

Poi è nata mia figlia. All’inizio non sai che fare, come prenderla, come comportarti. Cerchi di capire il funzionamento ma sfortunatamente non ti hanno dato il libretto di istruzioni incluso. Poi cresce e ci prendi la mano, ma ci perdi anche il sonno tra coliche i primi mesi, pappa notturna e pianti vari. Cammini per strada come l’ombra di te stesso fino a che lei non scopre il cellulare, con i cartoni e gli slime colorati e lo guarda facendo una cosa che non fa mai: in silenzio! Ed è li che capisci perchè, che scopri che 10 minuti da solo sono la svolta di una giornata intera. Certo, il tutto senza esagerare, ma senza giudicare gli altri.

2 – Non capisco perchè quando diventi genitore sparisci dagli amici

Vedevo le coppie di amici con figli sempre più assenti, lontani. Se organizzavamo una cena non c’erano mai, oppure andavano via prima di tutti.

Poi è nata mia figlia. Portarla in giro vuol dire uscire come per andare in montagna: borsone, pannolini, latte, biberon, salviettine, biscotto, giocattolo, cuscinetto, copertina, maglioncino anche d’estate che se c’è l’aria condizionata… Poi carica l’ovetto, montalo bene che è al contrario, cerca parcheggio, parcheggia lontano, carica l’ovetto, arriva dagli amici, 4 piani a piedi senza ascensore, appena entrato che c’è un bagno che devo cambiarla?… Senti, ma netflix e divano stasera?

3 –  Che bisogno c’è di farsi il macchinone?

Vedevo queste famiglie passare da una utilitaria ad jeep, prendere catafalchi che per girare in città ci vuole la patente nautica. Che bisogno c’è di avere tutto questo spazio solo per un bambino di 2 mesi che non ha esigenze particolari?

Poi è nata mia figlia. Devi avere un doppio di tutto dietro, e alcune cose anche triple che non si sa mai. Almeno due pacchi di pannolini, non puoi uscire con le munizioni contate. Se sei in giro, hai bisogno del fasciatoio portatile perchè la maggior parte dei locali non ha i fasciatoi nel bagno degli uomini (approposito, conosci la nostra campagna #ancheiocambio?) e poi la pappa ne vogliamo parlare? Uno zaino a parte solo per mangiare, neanche ci fosse la teglia parmigiana di melanzane di nonna quando andavamo al mare.

4 – Che palle ste foto dei figli ovunque, e dai.

So che hai un figlio/a bello, speciale e quello che ti pare, ma questo non vuol dire che devi mettere le foto ovunque, sul cellulare, sui social, attaccato alle pareti. Io non lo farò mai.

Poi è nata mia figlia. E mi sono completamente rincoglionito. Ho foto di lei ovunque, sul blocco schermo del cellulare e una diversa sullo sfondo, così da vederla da angolazioni diverse. Ho l’icona di whatsapp, i social ancora no per una scelta personale, ma ho intasato le chat degli amici, ho pieni hd di video di lei che fa i ruttini, che sputa la pappa, che gattona. Sono diventato dipendente dalla sua faccia.

5 – E poi non è che si può parlare solo di bambini.

Non sopportavo le conversazioni tra genitori, solo a parlare di cacca e di quanto dorme (o non dorme) e se hai fatto il vaccino e blablabla. Era diventata una costante senza possibilità di uscita. Io non farò mai tutto questo.

Poi è nata mia figlia. Ti accorgi di parlare solo ed esclusivamente di lei, delle cose mirabolanti che ha fatto oggi (ha detto mamma, ha camminato, ha fatto la cacca nel vasino) e vi scambiate consigli su come dormire, su quale fase sia la più complicata da gestire, sulla scuola e le paure.

Perchè diciamocelo, noi papà non parliamo mai dei nostri problemi o delle nostre paure e diciamo a tutti che i nostri figli sono speciali. Ma quando siamo da soli e li guardiamo dormire siamo tutti uguali, abbiamo una sola cosa in testa: che loro possano stare bene, sempre.

Siamo papà, siamo fatti così, siamo tutti uguali.

Quando nasce un figlio diventiamo un essere mitologico con il corpo di uomo e la testa di ansia, perchè abbiamo paura per il suo futuro e vogliamo solo il meglio e allora compriamo il passeggino con gli ammortizzatori, i pannolini in puro cotone biologico del guatemala, il latte munto da una mucca che conoscete personalmente.

Quando invece i nostri figli vogliono solo una cosa da noi: il nostro amore. Vogliono il nostro tempo per loro, perchè sono il centro del loro mondo e noi siamo il sole dove ruotano, il nostro tempo deve essere di qualità, deve essere per loro perchè non hanno altro. Ci siamo noi genitori a fare da filtro per l’esterno.

Ed è la cosa più bella che possa esistere al mondo.

By |2020-11-02T09:16:22+01:00Novembre 2nd, 2020|Blog, storie di papà|3 Comments

3 Comments

  1. Francesco Novembre 2, 2020 al 10:10 am - Rispondi

    Non condivido praticamente nulla, forse, un po’, la questione amici. Mi occupo molto di mia figlia, e a quanto pare, non siamo tutti uguali.

    • Bar Papà Novembre 2, 2020 al 11:49 am - Rispondi

      Ciao Francesco, qui tutti ci occupiamo dei figli 😀 L’articolo di questo papà rappresenta gli stereotipi che si hanno prima di avere un figlio, dopo è tutta un’altra storia 😉

  2. Giancarlo Novembre 14, 2020 al 9:22 am - Rispondi

    E’ esattamente quello che ho provato io!

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