Allora, visto che proporre itinerari di viaggio per famiglie oggi sarebbe come proporre la carbonara in una
clinica per dimagrimento, ho deciso di prendere un estratto del mio libro e divulgare qualche consiglio ai
genitori single che comunque, prima o poi, si troveranno ad affrontare quella adrenalinica e meravigliosa
avventura che è la vacanza “con”. E cioè un numero imprecisato di giorni con il vostro infante, in cui l’unico
adulto con cui avrete a che fare sarà la vostra immagine riflessa allo specchio. E che probabilmente, dopo
due giorni vi starà anche sulle palle.
Regola numero 1: Seguire ritmi sonno infante. La tentazione di rilassarsi mentalmente nel momento in cui il
proprio coinquilino (o la propria coinquilina) va a dormire è tanta. Soprattutto se si ha una buona bottiglia
di amaro o limoncello in freezer. E poi si può leggere, si può guardare la tv, si può mettere a posto la casa. Si
può anche solo cazzeggiare al telefono, così giusto per perdere tempo. Ecco, NON FATELO. L’infante lo sa.
L’infante vi vede e conosce ogni vostra mossa. Così più farete tardi la sera, più bicchierini di limoncello
berrete, più vorrete dormire la mattina…più il nano diabolico si alzerà presto. Non è ancora stata scoperta,
ma è una legge fisica.
Regola numero 2: Cercate di alzarvi mezz’ora prima del possibile orario di risveglio dell’infante. Non per
fare chissà cosa, ma giusto per riordinare le idee, capire chi siete, ed evitare di passare improvvisamente
dal più appassionante dei sogni erotici alla faccia spettinata di un bambino che vi tira degli schiaffi sulla
testa dicendo che vuole fare colazione. Fatelo, e vi renderete conto che non c’è niente di meglio, per
iniziare una nuova giornata di vacanza con un compagno di viaggio di tre anni, che passare 15 minuti sul
cesso contando le piastrelle sul muro davanti a voi, avvolti solo da un silenzio che intanto vi abbraccia, e vi
augura buongiorno.
Regola numero 3: Non parlate mai del Fight Club (cit.). Nemmeno all’infante.
Regola numero 4: Che poi in realtà, è alla base di tutto. Perché possiamo anche stare qui a tirare fuori tutta
la filosofia del mondo, ma se portate in vacanza i vostri figli in un posto di merda c’è poco da fare. Scegliere
bene dove andare in vacanza è la cosa più importante. Perché se tutte le mattine dovete fare mezz’ora di
coda sotto il sole per arrivare al mare -o peggio, per trovare un parcheggio libero che non costi mezzo
stipendio- se tutti i giorni dovete alzarvi presto per poter trovare posto in spiaggia, e se quest’ultima è
talmente affollata da impedire a nostro figlio di avere anche un solo metro quadrato per giocare con la
sabbia, ecco…forse, avete scelto il posto sbagliato. E se i vostri figli passeranno tutta la vacanza a frignare e
lamentarsi, sicuro la colpa non è loro. (La regola numero 4 può considerarsi sospesa per l’estate 2020, in
quanto per evitare le restrizioni sugli assembramenti è molto probabile che quest anno porterete i figli in un
posto di merda di vostra spontanea volontà; nel caso si lamentassero ancora, sostituite la dose giornaliera
di cartoni animanti con un’ora di diretta di Conte).
Regola numero 5: Se qualcuno si accascia, grida “basta”, oppure è spompato, fine del combattimento (lo
devo scrivere cit.?)
Regola numero 6: Ricordarsi di effettuare una equilibrata rotazione delle pietanze. Nonostante possa
apparire illogico, tenete presente che alcuni studi recenti dell’Università del Massachusetts hanno
accertato che il range di piatti che incontrano il gradimento degli infanti, è direttamente proporzionale alle
ore dalle quali gli stessi sono tenuti a digiuno. Quindi se il vostro room-mate è da quattro giorni che non
mangia cose verdi, fargli saltare una merenda faciliterà quel magico e misterioso processo (chiamato anche
“fame”) che trasformerà miracolosamente un piatto di zucchine dal livello “che cchifo”, al livello “buone
papà, sai che in verità mi sono sempre piaciute?”. Per i separati, in alternativa valutare seriamente la
possibilità di usare il primo giorno di vacanza per effettuare diverse fotografie ritraenti l’infante a tavola,
variando di volta in volta outfit e pietanza. I più meticolosi, potrebbero contestualmente truccare l’infante
per simulare i differenti gradi di abbronzatura che segnano il susseguirsi dei giorni. Ciò al fine di poter
mandare ogni sera un esaustivo report che soddisfi le aspettative del vostro alter-ego femminile, ed evitare
così inutili e spiacevoli discussioni che nuocerebbero principalmente al bambino.
E comunque, ricordatevi che tutto si basa su un unico principio: se vostro figlio starà bene, non vuol dire
che starete bene anche voi. Ma se voi starete bene, allora vedrete che anche i vostri figli saranno felici e
rilassati. E qui non stiamo parlando più solo di vacanze. Chi ha orecchie per intendere intenda. E ricordatevi
che la parola “egoismo”, non è sempre legata ad una cosa brutta.
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