Alla ricerca dei nidi di tartaruga marina a Koroni – di Lacasaviaggiante (una famiglia in camper)

Una delle esperienze più particolari del nostro viaggio in Grecia continentale (che potete approfondire qui)  è stata la ricerca dei nidi di tartaruga marina. Se i vostri bambini sono amanti della natura e degli animali, è un’esperienza da non perdere.

A Koroni, piccolo paesino della Messinia (una delle “dita” del Peloponneso) ci siamo trovati a sostare al Camping Koroni, che è il campo-base dei volontari di Archelon, un’associazione fondata nel 1983 la cui mission è la salvaguardia delle tartarughe marine.

Ci sono alcuni siti nel Mediterraneo che sono prediletti dalle tartarughe per la nidificazione: in Grecia, il più importante è sull’isola di Zante, ma ce ne sono anche altri – uno dei quali è la spiaggia di Zaga che si trova proprio a Koroni.

I volontari di Archelon presidiano i siti di nidificazione, prima mappando tutti i nidi durante il periodo della deposizione delle uova (all’incirca da fine Maggio ad Agosto), poi monitorando la schiusa e tenendo traccia dei nuovi nati (a fine estate).

Parallelamente fanno un grande lavoro di ricerca e informazione: in paese c’è una loro postazione fissa che fornisce informazioni sulle tartarughe e sulle attività dell’associazione.

Vi avverto subito: per vivere questa esperienza con i vostri bambini bisogna impegnarsi un po’, ma vedrete che ne varrà la pena. Certo forse non è un’attività adatta ai più piccoli, dato che c’è molto da camminare. Io infatti ho lasciato il piccolo di 3 anni e mezzo a dormire beato in camper con papà, e sono andata solo con la grande di 6 anni e mezzo – più interessata e motivata, perciò meno scoraggiata dalla levataccia e dalla lunga camminata.

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La levataccia verrà ricompensata dallo spettacolo del sorgere del sole su Zaga Beach.

Quindi ci si sveglia all’alba per andare dal camping a Zaga Beach, dove alle 6.00 ci si trova con i ragazzi di Archelon e si parte per la ricerca dei nidi. Si fa in questo orario particolare per assicurarsi di trovare ancora intatte e ben visibili le tracce delle mamme tartarughe che escono dall’acqua per deporre le uova:

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Le vedete le tracce lasciate da mamma tartaruga?

Quando si incontra una di queste tracce, si inizia la ricerca del nido: i volontari iniziano a scavare molto delicatamente nel punto in cui le tracce si interrompono (e in cui si presume quindi siano state deposte e sotterrate le uova).

Questa operazione serve ad accertare l’effettiva presenza di un nido sotto la sabbia: a volte infatti mamma tartaruga fa un “sopralluogo”, ma poi decide di non deporre e se ne va (scherzetto!). Quindi, i volontari scavano fino a trovare almeno un uovo (sono simili per forma e aspetto a palline da golf) che indichi che davvero lì sotto c’è un nido.

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Si scava (a mano e moooolto delicatamente) fino ad accertare l’effettiva presenza di uova.

A questo punto vengono effettuate una serie di misurazioni e le operazioni che servono a proteggere il nido: si ricopre nuovamente con la sabbia, poi viene messa una griglia metallica sopra all’area di deposizione, che viene fissata con dei paletti per evitare che si sposti. Infine, con dei paletti dipinti di bianco e azzurro, viene creata sopra all’area del nido una struttura piramidale a ulteriore protezione. Questa parte è molto importante per mettere i nidi al riparo da possibili danneggiamenti, e garantire così che le uova si possano schiudere.

Guardandovi intorno vedrete infatti che la spiaggia è infatti disseminata di queste “capannine” bianco-azzurre, e ovviamente più ce ne sono, meglio è, perchè vorrà dire che nasceranno tante piccole tartarughine! Quello che abbiamo trovato noi era il numero 62 della stagione.

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Al nido viene anche dato un nome (scelto dal gruppo che partecipa al morning survey), che insieme al suo numero progressivo viene scritto su una pietra per identificarlo. Tutti i dati vengono poi riportati in un registro, che sarà la base per monitorare le fasi successivi della nidificazione.

I partecipanti possono collaborare attivamente a tutte queste operazioni, dando un effettivo contributo al lavoro dei ragazzi dell’associazione.

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Se lasciate il vostro indirizzo email ai volontari, vi terranno informati su quando il “vostro” nido si sarà schiuso e quante piccole tartarughine ne sono nate. Carino, no?

Si percorre tutta la lunga spiaggia di Zaga, poi ci si ferma per una pausa-caffè con il resto del gruppo, e si ritorna. Noi abbiamo anticipato di un pochino il rientro, quindi non siamo arrivati proprio fino alla fine della spiaggia. Anche così, devo dire che Giorgia si è data da fare perché tra andata, ritorno e un bel tratto di spiaggia, ha camminato circa 7 km.

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Infatti tornando alla base mi è sembrato doveroso scofanarmi una ciccionissima seconda colazione concederci un premio per annullare i benefici della camminata mattutina.

I ragazzi di Archelon risponderanno a tutte le vostre domande e vi racconteranno un sacco di curiosità sulle tartarughe marine: io e Giorgia siamo rimaste particolarmente colpite dal fatto che ogni tartaruga torni a deporre le uova nella stessa spiaggia in cui è nata, guidata dal suo istinto (amici di Google Maps, prendere nota per favore).

 

Vi invito ad approfondire sul sito di Archelon per saperne di più su questi affascinanti e delicati animali, e su quanto sia importante la loro tutela: https://www.archelon.gr/index_eng.php

Se state progettando un viaggio nel Peloponneso, sappiate che alcune delle altre spiagge in cui nidificano le tartarughe marine sono Kyparissia, Kalò Nero, Lakonikos, Romanos.

Però Koroni è proprio Karina (scusate non sono riuscita a trattenermi):

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Grazie a https://lacasaviaggiante.com/ che ci ha raccontato un pezzo del loro viaggio.

Seguiteli sui loro canali e sul sito.

By |2020-04-10T10:07:38+02:00Aprile 10th, 2020|Blog, viaggi|0 Commenti

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