In viaggio con mia figlia a Viareggio – Di Papà travel experience

A parte che dovevamo partire alle 6 e siamo partiti alle 10; a parte che dovevamo andare all’isola d’Elba e siamo finiti a Viareggio; a parte che quando i miei amici mi dicono “vai piano” sapendo che ho la macchina a metano, credo mi piglino per il culo; a parte che decidere di toglierle il pannolino 3 giorni prima di fare un weekend in campeggio con annesse 5 ore di macchina per andare e cinque per tornare non è stata premiata come “idea intelligente dell’anno 2017”; a parte quando ha detto “papi mi scappa la pipì” sulla Genova-Livorno, con prossima area di servizio a 40 km; a parte quando abbiamo ballato Despacito nella baby dance, con tanto di pista esattamente al centro del ristorante del campeggio (ovviamente pieno) e gli unici oltre a me che avevano pochi capelli è perchè ancora non gli erano cresciuti; a parte che quando gli animatori di 16 anni fanno socu socu baci baci socu socu vira vira cinque volte in due secondi mentre tu stai ancora capendo come cazzo mettere le mani al  primo socu, l’unica cosa a cui puoi pensare per riguadagnare un po’ di autostima è che tu sai fare un parcheggio a S con la macchina; a parte che ci abbiamo messo 37 minuti a montare la tenda, perchè mentre componevo la prima delle due aste flessibili lei ha rovesciato una bottiglia d’acqua sul mio zaino, quando ho composto la seconda lei ha smontato la prima; quando ho ricomposto la prima lei ha smontato la seconda, quando ho ricomposto la seconda lei tirava la prima contro il finestrino della macchina, e quando le ho composte tutte e due è scappata col martello dei picchetti; a parte il vicino di tenda, un pensionato di Fiesole gran consumatore di Chianti, nonchè discreto bestemmiatore, che continuava a chiamarmi babbo davanti alla bambina; a parte che in tutto questo l’idea di piazzare la gopro sulla macchina per fare un time-lapse del montaggio della tenda è stata geniale: peccato che invece di selezionare la modalità video ero in modalità fotocamera, e quindi invece di schiacciare Rec ho fatto una foto, così anzichè un video di trentasette minuti mi rimane come ricordo un istantanea della mia faccia; a parte quando siamo usciti dalla tenda alle 18:00 per andare in piscina, ma per fare 200 metri ci abbiamo messo un’eternità perché ha voluto raccogliere sassi, togliersi le scarpe, inseguire una lucertola, rimettersi le scarpe, lanciare due falsi allarme cacca con deviazione in bagno (per poi dire “non mi scappa”), andare sull’altalena, bere in tutte le fontanelle della Versilia e cercare di entrare nel giardino di un bungalow di tedeschi per rubare un salvagente; a parte che siamo arrivati alla piscina del campeggio alle 18:57 e scoprendo che chiudeva alle 19:00, ed il bagnino è stato già bravo almeno a farcela vedere; a parte quando la mattina dopo alle 6:30 -traumatizzata dall’esperienza della piscina- a iniziato a mettere  un dito nell’orecchio al suo compagno di tenda dicendo “papi svegliati, dobbiamo andare al mare, se no chiude”; a parte quando in spiaggia si lamentava perché le entrava la sabbia nei sandali, perché non voleva i braccioli, perché era caduta e perché non voleva la crema; a parte quando ha riempito di sabbia la milf sdraiata di fianco a noi e i suoi occhiali Luis Vitton (compromettendo parzialmente le mie già scarse possibilità di farmi notare dalla vicina); a parte quando gridava perché non voleva fare la doccia, e quando dopo che mi sono tolto la maglietta mi ha detto “papà, anche tu hai le tette” (compromettendo gravemente le mie possibilità con la milf); a parte quando si è ributtata nella sabbia dopo la doccia, e che poi per non cadere mi si è aggrappata al costume, tirandomelo giù (compromettendo definitivamente le mie possibilità con la milf); a parte quando le ho detto che mi aveva rotto i cxxxx, e che se continuava così la prossima volta che l’avrei portata al mare avrebbe avuto le tette e il patentino del motorino, direi che è andata benissimo.

 

 

 

 

 

 

L’essenza della felicità è tutta in una corsa verso il mare. E noi come genitori siamo talmente tanto occupati a dare ai nostri figli, da non pensare a quanto invece sia importante mantenere ciò che già è dentro di loro. I bambini sono fatti di gioia e sogni; curiosità e meraviglia. Noi dobbiamo solo fare del nostro meglio affinché questo loro fuoco non si spenga mai. Ciò che auguro a mia figlia con tutto il mio cuore, è che non smetta mai di correre verso il mare ogni volta che lo vedrà. E che abbia sempre vicino qualcuno che l’aiuti a ricomporsi, nel momento in cui inevitabilmente lascerà qualcosa sulla strada della vita.

 

Di Papà travel experience

By |2020-03-19T21:52:46+01:00Marzo 20th, 2020|Blog, viaggi|0 Commenti

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